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Giuliano e Simonetta
Giuliano e Simonetta
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Ainsi fut-il pour Simonetta.
Le destin singulier, sans pareille, inconsciemment perçu par Laurent de Médicis, lorsque dans un magnifique sonnet, il chante qu'elle s'est transformée en une « étoile » :
O claire étoile …
Elle devenue une « étoile ».
Quattro secoli dopo, nell’Ottocento, con la riscoperta di Botticelli per opera del mondo anglosassone destatosi all’ammirazione sconfinata per i preraffaelliti, risorge anche la figura rappresentativa della sua concezione estetica, del suo mito di bellezza sulla terra, pagano più che cristiano della sua donna più che angelo.
Tra Ottocento e Novecento, lo scrittore Italiano e Europeo che più sentí il fascino della “bella Cattana” fu Gabriele D’Annunzio, lo scrittore più pagano, più rinascimentale, più trasgressivo forse che abbia avuto l’Italia del tempo. Puntuale nella sua opera si presenta cronologicamente costanti ma omogenee la figura di Simonetta.
Negli ultimi vent’anni del XX secolo, Simonetta si è distaccata dal contesto per lei creato dagli artisti, ed è diventata un’ icona pubblicitaria.
Cosi è stato per Simonetta.
Un destino singolare, senza pari, inconsciamente percepito da Lorenzo de Medici, quando in magnifico sonetto, canta che essa si è trasformata in una “stella”:
O chiara stella che co’ raggi tuoi…
E termina
…sanz’altra offensivo lieta ti mostri.
Era diventata una “stella”.
L’ultima del periodo mitologico, la prima dei tempi moderni.
Altro testimonial di Simonetta fu Piero di Cosimo, pittore fiorentino di poco più giovane di lei, autore di un ritratto famoso oggi conservato nel Museo Condé a Chantilly, in Francia.
Piero di Cosimo era troppo giovane al decesso di Simonetta, si tratta certamente di un ritratto postumo.
La giovane donna è rappresentata il busto nudo, ciò che è molto rare al Rinascimento. Invece, la rappresentazione di profilo è caratteristica di quest'epoca. La fronte molto convessa (le donne del Rinascimento si depilavano di solito la fronte) e il naso all'insù si trovano spesso nell'opera di Piero di Cosimo.
Il pittore non ha cercato di fare un ritratto somigliante di Simonetta, ma una rappresentazione della bellezza idealizzata di quella che si chiamava “l'idolo di Firenze”.
Il quadro è costruito su un gioco di antitesi:
Elementi opposti si trovano rappresentati fianco a fianco, riuniti per creare un solo paesaggio.
Il lato sinistro evoca le colline della Toscana, la vista di Firenze dai giardini Boboli mentre a destra, Portovenere.
Il cielo a sinistra è più scuro del cielo destro.
Oscurità/luce (la sola vera luce è captata dal viso).
Presente/passato (ritratto postumo).
Vita/morte, piena salute versus tisi a ventitre anni
A destra del quadro gli alberi sono più viventi che del lato sinistro dove si trova un grand’albero morto.
Il serpente è allo stesso tempo il male, la tentazione, la seduzione, ma anche la vita eterna nel cristianesimo primitivo, creando una forza erotica certa dovuta al contatto del suo corpo con la pelle così fine di bella Simonetta.
Attrazione/repulsione,
Bellezza idealizzata sublimata universale del Rinascimento /bellezza demonizzata del medioevo.
Il serpente è là anche per dire il male che la corrode invisibile (interno) che porta in questo petto così bello dell'esterno.
Interno/esterno.
Che cosa fare fronte a questo destino tragico?
Piero di Cosimo è idealista:
Simonetta resta di marmo. Osserva davanti a lei, lontano, estranea a ciò che avviene, al suo ambiente, a quello che la dipinge o la osserva.
La luce sul suo viso gli dà calma, serenità interna.
Diventa la perfezione, l'Eternità.
Julien en Saint-Sébastien
Les tableaux où Simonetta servit de modèle continuent de faire parler d'elle :
Le printemps (dans le rôle de Flore),
La naissance de Vénus (dans le rôle de Vénus bien sûr, et nue s'il vous plaît, avec chevelure irrésistible de grande pécheresse).
Botticelli connaissait le golfe de La Spezia dit antiquement Golfus Veneris, où Simonetta naquit.
Il la représenta en Vénus nue, debout sur un coquillage, sortant de l’écume blanche de la mer Egée, pressant ses boucles d’une main et couvrant son sein de l’autre, voguant vers la terre, comme un cadeau de la mer faite aux Florentins.
Lui qui la prit pour modèle on ne sait combien de fois, et qui ne pu jamais, une fois rencontrée, s'empêcher de peindre la Beauté sans penser à elle mourut en 1510 et voulu être enterré dans l’église Ognissanti, près de sa tombe.
Dopo l’aprile 1476 Giuliano di Medici sollecito gli scrittori della sua cerchia a scrivere versi per ricordare la donna da lui amata.
Simonetta sarebbe passata nella storia come altre figure femminili del passato, se non avesse avuto – tra i tanti – due artisti senza pari e da lei conquistati, che testimoniarono appassionatamente, con bravura universalmente riconosciuta , la sua regale bellezza: Botticelli e Poliziano. L’uno con la pittura, l’altro con la poesia.
La singolarità della testimonianza del Botticelli è legata anche al fatto che i due giovani, Giuliano e Simonetta, rimasero i suoi modelli ideali anche quando erano estinti da tempo.
I quadri dove Simonetta fece da modello continuano a fare parlare di essa:
La primavera (nel ruolo di flora),
La nascita di Venere (nel ruolo di Venere certamente, e nuda con capigliatura irresistibile di grande peccatrice).
Botticelli conosceva il golfo della Spezia detto nell'antichità Golfus Veneris, dove Simonetta nacque.
La rappresentò in Venere nuda, in piedi su una conchiglia, uscendo dalla schiuma bianca del Mar Egeo, premendo i sui ricci con una mano e coprendo il suo seno dell'altro, navigando verso il lido, come un regalo del mar fatto ai Fiorentini.
Lui che la prese per modello molte volte, e chi non potuto mai, una volta incontrata, impedirsi di dipingere la bellezza senza pensare a essa morì in 1510 e volle essere sepolto nella chiesa Ognissanti, poco lontano dalla tomba di Simonetta.
La Congiura dei Pazzi è un complotto fomentato a Firenze da parte della famiglia Pazzi contro i Medicis in 1478 e che si finì con un fiasco, essendo gli assassini arrestati e Lorenzo il Magnifico che è sfuggito all'attentato.
L’ascensione dei Medici mettendo, agli occhi dei loro nemici, nel pericolo le libertà della repubblica di Firenze. I Pazzi si mettono alla testa del complotto destinato ad eliminare Medici del cerchio del potere (e di sostituirle come prima famiglia della città).
Un complotto è allora ordito allo scopo di eliminare Giuliano e Lorenzo de Medici, decapitando così la famiglia dei suoi principali capi.
Dopo un tentativo abortito, la vigilia, in occasione di un banchetto dove Giuliano indisposto, non si rese, il 26 aprile 1478, giorno di Pasqua, (e data compleanno della Morte di Simonetta) alla messa, nel Duomo, al momento dell'elevazione, Giuliano e suo fratello Lorenzo, inginocchiati, sono attaccati da Francesco de Pazzi e i suoi complici: Giuliano soccombe di diciannove colpi di coltello ma Lorenzo profugo nella sagrestia, ne sfugge.
Al finale, il fallimento della congiura dei Pazzi segna una svolta nella storia della dinastia: rafforza moltissimo la popolarità di Lorenzo che diventerà il Magnifico, e farà incontestabilmente dei Medici primes inter pares a Firenze, parandoli di un prestigio senza uguale.
La storia congiura dei Pazzi è stata scritta da Poliziano.
Era un 26 aprile.
Simonetta era già morta da due anni, giorno per giorno…
Si conoscono qualque ritratti di lui fatti da Botticelli:
Questi ritratti furono fatti, la maggior parte su ordinazione di amici dopo la sua morte tragica, ciò che spiega che ha quasi sempre gli occhi socchiusi, e una testa abbastanza rigida e immobile come una maschera funeraria.
Leonardo da Vinci
L'esistenza di Simonetta fu una vera meteora fugace, perché, soltanto un anno dopo “ la giostra di Giuliano„ morì di tisi, il 26 aprile 1476, all'età di ventitre anni.
La sua morte fu l'occasione di realizzare quanto tutti la rispettavano e la veneravano per la sua bellezza ma anche di avere saputo non affondare in questo mondo violento ed calcolatore nel quale era evoluta. Ai suoi funerali, migliaia di gente seguirono la sua spoglia nelle vie, e si potevano ci riconoscere, attenzione gli occhi, oltre Ghirlandaio e Botticelli, di altri artisti e non dei meno importanti come Filippo Lippi e Leonardo da Vinci, giovane apprendista di Verrocchio!
È sepolta nella Capella funeraria dei Vespucci che Ghirlandaio aveva decorato verso 1472 alla chiesa dello Ognissanti.
Lorenzo il Magnifico detto che ha appena scoperto nel cielo una stella che nessuno aveva osservato prima.
Quella è Simonetta dice e in seguito scrive questo sonetto chi comincia così:
O stella di chiara, tuoi di raggi del Che Co
lume del il dello stelle di vicine del tue del alle del toglie,
più Che l costume di assai dello splende del perchè di tuo?
Perchè con il ancor Febo al vuoi del concorrente?
Era l'inizio di un mito, di una leggenda
Quasi celebre che Gioconda ne sappiamo un po'più sulla bella Simonetta, la giovane donna all'abito fiorito, che, nel quadro di Botticelli al museo degli uffici, simbolizza la primavera.
Poliziano in una delle sue Stanze, ci descrive il primo incontro di Giuliano e di Simonetta, seduta su una scarpata :
Candida è ella e candida la vesta ma pur di rose e flor depinta e d’erba; lo inanellato crin dell’aurea testa scende in la fronte umilmente superba. Ridelgi attorno tutta la floresta, e quanto può sue cure disacerba. Nell’atto regalmente è mansueta; e pur col ciglio le tempeste acqueta…
Come non riconoscere in questi versi, la commovente figura della “primavera„? Tanto più commovente che ci accorgiamo l’esaminandolo, che noi siamo in presenza di una donna malata. Che non si dica che Sandro Botticelli gradiva le creature anemie. Non si trovano da nessuna parte nella sua opera queste caratteristiche affascinanti e morbose, affilate dal male che doveva presto travolgerla. Già la vita si è rifugiata negli occhi chiari, luminosi, quasi febbrile, nella bocca alle labbra socchiuse che sorride ancora, aspira voluttuosamente, dolorosamente i profumi che la circonda. E se Flora pone le sue mani con tanta sollecitudine su essa, ubbidirando ad un ordine di Zefiro che la preme, è che non ignora che la bella Simonetta morirà.
Quando Botticelli fini il quadro, era morta e Giuliano era stato assassinato dal Pazzi .......
On comprend Simonetta d'avoir préféré le frangin beau comme un dieu car malgré son surnom de Magnifique, il était moche comme un pou.
Julien - Giuliano
Laurent - Lorenzo
Suoi due nipoti, Giuliano e Lorenzo di Medici, sono restati celebri.
Tutti due sono innamorarsi di Simonetta Vespucci ma solo Giuliano fu il suo ammanto.
Lorenzo di Medici, detto Lorenzo il Magnifico fu un grande mecenate per l'insegnamento e le arti. Ambiziosi, autocrate, repressivo, calcolatore ma abile poiché intelligente, riesce per un tempo a fare di Firenze il più potente degli stati italiani. È lui che attirò tutto ciò che trascinava di poeti, di pittori, di filosofi o di artisti. Ma è lui anche ( c'è una relazione?) chi rovinò la banca familiare e rese in seguito Medici impopolari.Si conosce almeno due ritratti di lui, un fatto da parte di Giorgio Vasari, e l'altro fatto da parte di Botticelli (dettaglio in l'adorazione dei magi).
Si comprende Simonetta di avere preferito il fratello bello come un dio poiché nonostante il suo soprannome di Magnifico, era brutto come la fame.
Mars et Vénus (Julien et Simonetta)
Marte e Venere (Giuliano e Simonetta)
Botticelli, autoportrait
Come questa sconosciuta è riuscita così in poco tempo nell'universo del Rinascimento ad avvicinarsi e sedurre ad altrettanti pittori, poeti e penetrare nel cerchio magico di Firenze da cui non era originaria?
Nata in 1454 (a Porto Venere o a Genova) in una famiglia nobile genovese, Simonetta Cattaneo ci incontra in 1468, a appena quindici anni, un giovane ragazzo della sua età, Marco Vespucci della famiglia famosa Vespucci.
Il matrimonio si fa lo stesso anno, ed arrivano tutti due a Firenze attorno a 1472.
Gli rimane quattro anni da vivere prima di morire di tubercolosi nell'aprile 1476!
È tra questi ultimi quattro anni che risiede certamente tutto il mistero del suo passaporto per l'eternità!
La famiglia Vespucci è ricca, celebre, influente e ha buone compagnie.
È restata nella storia per uno dei suoi figli, Amerigo Vespucci, navigatore che ha dato il suo nome all'America
Nella questa storia, è il cugino del navigatore che conta: Giorgio Antonio perché frequenta la Casa Medici.
È questo Giorgio Antonio Vespucci chi introdusse dai Medici un giovane pittore sconosciuto di diciotto anni che abitava vicino da lui: Sandro Botticelli!
I Medici prendono rapidamente l’abitudine di darlo lavoro, cioè comandi. È dunque così certamente per il tramite di Giordio Antonio che Simonetta è introdotta in questa casa storica ed incontra Sandro Botticelli che ne sarà immediatamente innamorato cotto (platonicamente) e la prenderà come modello della bellezza in una grande parte della sua opera futura.